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Buona Lettura.
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Giusy L.
“Centoanime” di Sabrina Corradini (Leonida Edizioni, 2025)
“Centoanime” di Sabrina Corradini, è un romanzo psicologico con sfumature gotiche, breve nella
sua stesura, mentre tra le sue pagine il tempo si dilata e l'immersione in un mondo sospeso
conferisce all'opera un più ampio spessore.
La penna di Sabrina sa infatti rallentare il tempo, portarlo in una dimensione intima e profonda,
in una stanza dalle pareti ravvicinate, ovattata da tende pesanti. La mente stessa di Livia, quasi,
l'eterea protagonista della storia. Non è l'azione a predominare nel racconto, quindi, né
ambientazioni varie; tutto si traduce in un vissuto misterioso, a ricordi che affiorano, alla
descrizione di assenze, più che presenze, senza per questo rendere lento l'incedere degli eventi.
La struttura del racconto è ben costruita e l'autrice sa condurre il lettore, con delicatezza e maestria,
nello sviluppo della storia. In un incedere enigmatico, le nozioni vengono svelate, intuite, in un dire
e non dire che mantiene desta l'attenzione. La scrittura è sobria, elegante e moderna al contempo. Sicuramente un'ottima prova per Sabrina Corradini, che si attesta come una scrittrice da seguire
nella sua carriera.
Dopo l'esordio con il romanzo “Ombre” (Ivvi Editore) di quattro anni fa, Sabrina si cimenta in
racconti per antologie, ma è con il gruppo di autori “Serial Writers” che la sua attività diventa più continua. Sfociando infine in una raccolta collettiva di racconti, dedicati al mistero, pubblicata
col titolo di “MisteriosaMente”.
Assieme ai colleghi del gruppo, cura lo spazio culturale “La Penna d'Oca”, contribuendo con
rubriche letterarie dedicate al mondo del soprannaturale e del mistero. Da qui si delinea una
costante nella sua estetica e campo d'interesse, che è sempre rivolta al passato, alla memoria degli avi,
fino a sfociare nel mondo degli Spiriti. Un mondo reale, pregno di dignità, al quale quasi aspirare.
O ricongiungersi, in un continuo non riconoscersi con la frenetica realtà di questo mondo.
Vi lascio quindi a questo prezioso romanzo, in un vecchio palazzo dagli appartamenti abbandonati,
con l'unica compagnia di un bambino taciturno e vecchi ricordi di famiglia. Chi o cosa, saranno le Centoanime? Riuscirà Livia a ricomporre la sua psiche oltraggiata? Perché, disturbando Emily
Dickinson, la mente può essere proprio il castello più infestato.
Giusy Locatelli
Ciao,
oggi attraverseremo l’adriaco per fare conoscenza di una mitologia che non è molto conosciuta.
MC – Dove prediamo il nostro aperitivo?
Ilaria – Buonasera, allora andiamo a Otranto, visto che il Capo d'Otranto è il più orientale d’Italia.
MC – ... e cosa beviamo insieme?
I – Per me un succo di frutta e tu? (anche io, magari di agrumi)
MC – Parlaci un po’ di questa mitologia, a quando risale?
I – La mitologia albanese ha origini paleo-balcanica e il popolo albanese discende dagli Illiri, dall’Età del Ferro.
MC – Brevemente ci puoi dire chi sono i paleo-balcanici?
I – Le lingue paleobalcaniche, o protobalcaniche, sono la famiglia linguistica ipotetica che raggruppa le lingue indoeuropee parlate nella penisola balcanica nell'Antichità. Arrivate solo a noi sono solo il greco e appunto l’albanese.
MC – Secondo te, perché
ci sono arrivate solo queste ultime e non tutte le altre?
I -
MC – Chi sono gli Illiri?
I – Gli Illiri furono un insieme di popoli di lingua indoeuropea dell'Età del Ferro che vivevano appunto nella penisola balcanica nord-occidentale (Illiria e Pannonia).
MC- I miti e le leggende albanesi sono organizzati intorno alla dicotomia di bene e male, giusto?
I – Esatto, ha una contrapposizione netta, e il mito più conosciuto è la leggendaria battaglia tra Drangue e Kulshedra, che simboleggia il ritorno ciclico nel mondo acquatico e ctonio della morte, realizzando la cosmica rinascita.
MC – I loro Dei e Dee sono diversi da quelli classici della Grecia?
I – Sì, molto diversi, perché non erano persone, ma personificazioni della natura. Veneravano quindi il Sole, la Luna, la Terra, il Fuoco.
MC – Secondo te, come mai avevano questa preferenza per la natura?
I – Non ho risposte certe, ma penso perché comunque è una mitologia molto antica e quindi le forze della natura venivano spiegate solo attraverso la volontà di qualche divinità.
MC – Ti va di parlarci della leggendaria battaglia tra Drangue e Kulshedra?
I – Kulshedra era un drago femmina con molteplici teste, coperto di pelo rosso lanoso e con seni pendenti che toccano il suolo. Oltre a sputare fuoco, è nota per causare una serie di disastri naturali, da terremoti a inondazioni, può causare anche siccità prolungate. Generalmente porta benessere e prosperità nel paese in cui risiede, ma manda in rovina tutti quelli circostanti.
La vita di Kulshedra inizia con una forma indistinguibile dai normali serpenti. La prima metamorfosi accentua le caratteristiche demoniache e dal serpente emerge una creatura più grande, nota come Bolla, che vive nell’oscurità e nell’isolamento. Se la Bolla riesce a evitare lo sguardo umano per molti anni, si trasforma nella temibile Kulshedra. Alcune leggende parlano anche di forme intermedie come l’Errshaja, che rappresentano stadi di transizione nel ciclo di vita di questa creatura.
Non è chiaro a che età la bestia acquisisca tutti i suoi poteri, ma se la Bolla riesce a sopravvivere può crescere ancora e acquisisce nuovi poteri, come la capacità di volare e sputare fuoco.
Nemici giurati della Kulshedra sono i Dragùa, eroi semi-divini alati.
La lotta tra loro è così intensa che si manifesta nel mondo naturale come fulmini e tuoni. I Dragùa, armati di lance, alberi sradicati e persino case, combattono la Kulshedra per proteggere l’umanità.
Quando vedete un forte temporale in Albania, potreste essere testimoni di una di queste epiche battaglie 😉 (Interessante)
MC – È vero che nella narrativa popolare albanese la metamorfosi è molto comune?
I – Sì, gli uomini si trasformano in cervi, lupi, gufi; mentre le donne si trasformano in ermellini, cuculi, tartarughe. È una mitologia con tratti molto fantasy 😊
MC – Magari approfondiremo anche questo aspetto curioso, che ne dici?
I – Se trovo altre informazioni volentieri.
MC – L’antica religione illirica di cosa si tratta e perché è importante nella cultura albanese?
I – Come dicevo all’inizio, gli albanesi discendono dagli Illiri, quindi anche la loro religione è stata tramandata, formando le leggende e il folklore albanese e quindi i miti arrivati fino a oggi, anche se ovviamente come per tutte le mitologie si sono modificate del tempo, entrando in contatto con le altre culture.
MC – Come venivano tramandate tutte queste nozioni e leggende?
I – Penso sempre oralmente.
MC – Non mi resta che invitarvi tutti al prossimo appuntamento.
I – Vi aspetto!
Buona lettura 😊... e non siate timidi nel chiedere ....
COMUNICATO STAMPA
IN USCITA IL LIBRO DI
PIERPAOLO CORRADINI:
AD OVEST DI PAPERINO: STORIA DI UN CAPOLAVORO
Ad Aprile 2025 per LA CINETECA DI CAINO, collana cinematografica
diretta dal giornalista Domenico Palattella, è uscito il libro AD OVEST DI PAPERINO: STORIA DI UN CAPOLAVORO, che ripercorre la storia dei Giancattivi,
con uno stile semplice, asciutto e deciso.
Il merito è dell’autore PIERPAOLO CORRADINI, che ci regala un libro dove si ride,
si riflette, si entra nel mondo di Athina Cenci, Alessandro Benvenuti e Francesco Nuti.
E Corradini lo fa con tanta nostalgia per la magia dei tempi che furono. Come
si sono incontrati e per quale motivo hanno deciso di passare dal cabaret al cinema?
Com’è possibile che si siano separati dopo appena due settimane di lavorazione
del loro film Ad ovest di Paperino, riuscendo comunque a portare a termine le
riprese e realizzando così uno dei più celebri cult movie italiani di tutti i tempi?
La vita di Athina Cenci, Alessandro Benvenuti e Francesco Nuti, le
interviste ai protagonisti dell’epoca, gli aneddoti e tutto quello che c’è da sapere
sul film Ad ovest di Paperino, un capolavoro a sua insaputa. Completa il libro,
una ricchissima galleria fotografica con alcuni momenti rarissimi, che l’autore
ha voluto regalare ai lettori, per tuffarsi a 360 gradi nel mondo dei Giancattivi.
Il libro è un’uscita editoriale di grande prestigio, che testimonia la qualità di
una casa editrice come IL FOGLIO LETTERARIO, diretta da Gordiano Lupi,
da sempre attenta ad offrire prodotti editoriali di livello assoluto.
Due parole sull’autore. Pierpaolo Corradini (Pisa, 1971) ha fatto il pubblicitario, l’editor,
il traduttore, il direttore per un premio ai dialoghi cinematografici, il giornalista,
l’addetto alla rassegna stampa, l’ufficio stampa, il direttore operativo di
produzioni di musica antica e il commerciante di alimenti biologici sfusi.
Ha scritto Quello che le etichette non dicono (EMI, 2011) e È un lavorone
(Il Campano, 2023). Adora giocare a hockey su prato (quando non è infortunato),
così come il buon vino e la buona birra artigianale. Ha una laurea in
Semiologia del Cinema che finora non è servita a granché. O forse sì.
DOMENICO PALATTELLA
(Dir. Editoriale LA CINETECA DI CAINO)